mercoledì 24 ottobre 2012

Incontro di Mercoledì 17 Ottobre 2012 ; "Serata Jazz al Mario Negri"

Nell’ambito di un progetto di ricerca focalizzato su: “Le cellule staminali per il trauma cranico”, l’Istituto Mario Negri ed i Rotary Milano Naviglio Grande San Carlo, Milano Nord Ovest, Milano Settimo, Milano Ca’ Granda, Milano Scala, hanno collaborato nell’organizzazione di un “Concerto Evento” che si è tenuto lo scorso martedì 17 ottobre presso l’Istituto Mario Negri.  Due musicisti d’eccezione quali Franco Cerri e Sante Palumbo, accompagnati da Attilio Zanchi, Stefano Bagnoli e Monica Giuntoli, hanno dato vita ad una serata davvero particolare ed entusiasmante.Il Prof. Garattini ci ha accolti con un caloroso saluto di benvenuto e ci ha ricordato, da un lato, l’impegno e l’opera svolti dall’Istituto e, dall’altro lato, ha illustrato il Progetto di ricerca cui la serata è stata dedicata.Il trauma cranico è una delle gravi cause di mortalità che colpisce, particolarmente, la popolazione giovanile (che fa maggior uso di motocicli).Purtroppo ad oggi non ci sono ancora terapie capaci di riparare il danno provocato nel cervello ed in grado di ripristinare le funzionalità perdute in seguito al trauma.La ricerca mira a comprendere i possibili vantaggi derivanti dalla somministrazione di cellule staminali nuove che esercitano un’azione protettiva e ripristinano, almeno in parte, la funzione motoria e la memoria.L’Istituto, nella persona del suo Direttore, ha quindi espresso viva gratitudine al Rotary, ed in particolare ai Club che hanno collaborato alla realizzazione dell’Evento, per il costante supporto alle attività di ricerca e di studio.Ha poi dato il via ai musicisti che, nella loro esibizione, hanno proposto numerosi brani di musica jazz scelti tra gli “evergreen” a tutti noti.Tra gli altri:              -         Bye bye blues, di Fred Hamm;              -         Bluesette, di Jean “Toots” Thilmans;              -         Le fogliemorte;              -         It could happen to you, di James Van Heusen;              -         Foggy day, di George Gershwin;              -         Merci beaucoup, di Gorni Kramer.
La chitarra di Franco Cerri ed il pianoforte di Sante Palumbo hanno così allietato la serata riportandoci in un clima vivace e “ritmato” e facendo gustare ai numerosi rotariani presenti il piacere di una musica che lascia spazio al dialogo tra i musicisti ed all’improvvisazione.Al termine del concerto un ricco buffet ha chiuso la serata.
                                                                                              A cura di Massimo Audisio

Incontro di Giovedì 11 Ottobre 2012 con Carlo Grandini: "Aneddoti e spigolature divertenti di un giornalista sportivo"

Carlo Grandini, amatissimo socio e noto giornalista sportivo presso alcune delle più note testate italiane, ci ha regalato una serata piacevolissima ed interessante raccontandoci, in spirito di amicizia e familiarità, alcuni aneddoti della sua esperienza di giornalista legati a momenti particolari della sua carriera.
Non si è trattato di una vera e propria relazione, né di una disquisizione critica, come lo stesso Carlo ha tenuto a precisare.
Tuttavia le spigolature e gli episodi offertici, frutto di una attenta cernita che nulla ha lasciato al caso, attraversando 55 anni di giornalismo, hanno acceso i riflettori su due mondi diversi e su quelle differenze che rappresentano il frutto della evoluzione dei costumi negli ultimi 50 anni.
Il racconto di Carlo, difficile da sintetizzare dato la tecnica narrativa tipicamente giornalistica ed avvincente, viene qui riportato anche in forma di diretta nel tentativo di non perdere quel carattere di immediatezza che ci ha catturati lungo tutto il racconto.

L’arrivo al Corriere
Il 4 luglio 1966 Gino Palumbo, allora a capo del Servizio sportivo del Corriere della Sera, mi chiamò perché  entrassi nella sua squadra.
Ero molto giovane, forse troppo per pensare di avere un incarico così prestigioso in una testata così prestigiosa.
Provenivo da Tuttosport dove avevo fatto i primi passi significativi nel mondo del giornalismo sportivo.
Ero molto teso ed emozionato.
Tra l’altra il caldo e l’afa erano insopportabili ed io sudavo come una spugna.
Naturalmente, all’epoca, al Corriere ci si doveva presentare in giacca e cravatta: indipendentemente dal clima.
C’era allora l’usanza secondo la quale il Capo servizio accompagnava la matricola in un tour presso tutti i servizi e lo presentava così ai suoi nuovi colleghi.
Attraversammo così tutto il Corriere: la cronaca, l’economia, gli esteri, gli interni e tutti gli altri servizi.
Alla fine arrivammo alla Sala Albertini, cioè alla Direzione.
L’atmosfera era diversa da quella degli altri uffici che avevamo appena visitato.
Gino Palumbo entra e mi porta con sé.
Mi trovo così davanti a Buzzati, Di Bella ed Alfio Russo, all’epoca Direttore del Corriere.
Dopo avermi salutato e scrutato Alfio Russo si rivolge a Palumbo dicendo: “Gino, se il picciotto che mi hai portato sbaglia, paghi tu.”
Per fortuna Palumbo non ha dovuto pagare nulla!
Ecco come era il giornalismo di 50 anni fa.
Oggi una matricola entra al Corriere in golf e maglietta e si siede al suo posto senza che nessuno, o quasi, sappia chi è e di cosa si sta occupando.

Il mondo del calcio negli anni Sessanta
Nel 1962 l’Italia vinse il Campionato del mondo di calcio in Cile.
La Germania aveva presentato un giovane giocatore molto promettente: Helmut Haller che purtroppo è scomparso proprio oggi.
Dopo qualche tempo viene ingaggiato da Renato Dallara, storico ed indimenticabile Presidente del Bologna Calcio.
Una volta, viaggiando insieme in automobile, Dallara ed Haller ebbero un terribile incidente da cui però, fortunatamente, uscirono entrambi indenni.
Rientrati a Bologna Dallara indisse una conferenza stampa a cui partecipai.
L’esordio di Dallara fu il seguente: “Sine qua non – Siamo qua noi” suscitando l’entusiasmo e l’ilarità di tutti i presenti.
Proseguì poi informando i presenti: “Ho chiamato Padre Marella (Padre e amico dei poveri nella Bologna dello scorso secolo NDR)  ci ho messo in mano 10.000 lire e ci ho detto: Lei vada a Loureds e si diverti!”.
Un piccolo episodio, questo, che sintetizza e riflette l’enorme differenza tra il mondo del calcio di oggi e quello di quegli anni.

Un incontro con Gianni Agnelli
Avevo già incontrato Gianni Agnelli in altre occasioni e quella volta mi aveva dato appuntamento in Viale Marconi a Torino, negli uffici della FIAT.
Lo intervisto e parliamo a lungo.
Al termine nel salutarlo lo ringrazio per la sua cortesia e lui mi risponde: Sono io che ringrazio Lei, anzi vorrei chiederLe un favore.”
Naturalmente lo prego di non esitare e l’Avvocato mi dice: “Ora Lei scenderà di qua. Vede quel bar laggiù? Bene si fermi lì e prenda un aperitivo. Io La invidio molto perché io non posso farlo anche se ne avrei una gran voglia.”
Gli risposi che avrei esaudito volentieri il suo desiderio ma tra me e me pensai: “Sapesse come La invidio io Avvocato.”

Un incontro con Enzo Ferrari
In un’altra occasione incontrai Enzo Ferrari a Maranello.
Arrivai con la mia Peugeot che all’epoca guidavo.
Ferrari appena mi vide sbottò: ”Cosa fa con quella macchina?”
Gli spiegai che era la mia macchina e che non ci vedevo nulla di male. Ci spostammo poi a Fiorano dove la Ferrari ha i suoi circuiti di prova.
Era anche la “tana” di Enzo Ferrari. Lui non partecipava mai di persona ai Gran Premi ma li guardava sempre da Fiorano.
Arrivati là Ferrai mi chiede: “Grandini la vede quella macchina lì?”.
“Certo Ingegnere è una Dino.”
“Bene: provi mo a fare un giro.”
Parto, do un colpetto all’acceleratore e vengo schiacciato contro il sedile, ingrano la seconda ed accade lo stesso.
Decido di percorrere tutta la pista in seconda.
All’arrivo Ferrari mi viene incontro ed esclama: “I miei piloti girano in 1 minuto e mezzo, Lei ci ha messo quasi 5 minuti!”.
“Già Ingegnere” risposi “ma la Sua macchina questa volta è ancora intera…”
E mi portò a pranzo al Cavallino.

L’arrivo al Giornale
Montanelli mi chiamò alla direzione del Giornale per fondare la redazione sportiva.
L’offerta era molto interessante.
L’handicap era che il Giornale non usciva il lunedì, cioè il giorno dopo le partite di calcio!
Accettai l’offerta.
Incontrai Piovene, Zappulli e tanti altri papaveri del giornalismo.
Quando vidi Montanelli mi venne incontro e mi disse: “Benvenuto Cesarino!”.
Un giorno presi coraggi e gli chiesi il perché di questo soprannome che non comprendevo e mi rispose: “Perché Cesarone è Zappulli e tu sei Cesarino.”
Tutto qua.
Ero diventato piuttosto bravo nelle imitazioni di Montanelli ed approfittavo degli spostamenti in ascensore per esibirmi.
Quando Montanelli lo venne a sapere mi chiamò e mi disse: “Ho saputo che mi imiti.”
In un attimo pensai e dissi: “Va beh Indro, ma lo faccio solo in ascensore!”.
Lui ne fu entusiasta! Con grande scorno dei suoi detrattori.

Il lato umano di Montanelli  
Un giorno mia moglie mi chiama perché era mancato mio padre.
Io ero in redazione e decisi di terminare il mio pezzo prima di allontanarmi dal giornale.
Terminata la bozza salgo da Indro per commentarla insieme e lui mi disse che era stato informato della notizia, chiedendomi cosa facessi ancora lì al lavoro.
Risposi che avevo preferito terminare il mio lavoro e che sarei quindi andato via di lì a poco.
Avvicinatosi Montanelli mi mise una mano sulla spalla e mi disse: “Ora vai a Ferrara, sulla tomba di tuo padre. E quando torni sappi che qui ne hai un altro.”
Dio benedica la sua memoria!

I commenti e gli interventi che si sono succeduti hanno posto fine alla piacevolissima serata.

                                                           A cura di Massimo Audisio

mercoledì 10 ottobre 2012

Incontro di Giovedì 4 Ottobre 2012 con Fabio Casiroli : "Area C: vitamina o Placebo?"

Il Prof. Fabio Casiroli ci ha intrattenuti con una interessante relazione che ha avuto ad oggetto il sistema del traffico, della viabilità e della circolazione nella nostra città e che ha anche fatto un bilancio, a qualche mese dalla sua introduzione, sull’Area C.
 Il nostro ospite ha proposto spunti di riflessione relativi ad interventi da effettuare a brevissimo termine (subito), a breve termine (entro un anno) ed a medio termine (entro tre anni).

Che fare entro un anno.
Se si consulta il sito internet dell’ ATM si rileva che il tempo di percorrenza indicato per uno spostamento da Cadorna a Bovisa è di 50 minuti.
Nulla dice l’azienda di trasporti cittadina circa il fatto che, grazie al passante ferroviario di Trenord, il tempo di spostamento per il medesimo tragitto è effettivamente di 10 minuti.
Quasi come se il “passante ferroviario” non facesse parte del sistema dei trasporti cittadino !
Occorre dunque subito far conoscere ai cittadini i servizi di trasporto pubblico diversi da quelli gestiti dall’ATM.
E ciò anche perché se si esamina la mappa delle linee di trasporto urbane si rileva come le periferie sono servite assai poveramente.
Dunque l’integrazione dei servizi ben potrebbe in parte ovviare a certe limitazioni ancora esistenti.

Che fare entro un anno.
La prima azione prevede la trasformazione della linea di filovia 90 / 91 in una vera e propria “Linea circolare”, un po’ sulla falsariga della “Circle Line” della metropolitana londinese, concetto peraltro comune a quasi tutti le metropoli nel mondo.
Occorrerebbe renderla completamente protetta con semafori “intelligenti”.
Se poi si razionalizzasse il numero e la dislocazione delle fermate si potrebbe ridurre il tempo di percorrenza lungo l’intero percorso da 90 a 56 minuti.
L’operazione, tra l’altro, richiederebbe investimenti contenuti.

Che fare entro tre anni.
Se consideriamo la pianura padana osserviamo che, negli ultimi 40 anni, si è verificata una diffusione degli agglomerati urbani che è andata ben oltre le previsioni.
E’ quindi necessario in primo luogo rafforzare la macromobilità tra gli agglomerati.
A livello urbano invece (e ciò vale anche per la nostra città) occorre costruire un vero e proprio sistema di micro mobilità.
Per micro mobilità si intende un “sistema di trasporto pubblico individuale, con vocazione urbana, realizzata mediante biciclette e veicoli compatti (al massimo due passeggeri) a emissioni basse o nulle, destinati all'impiego spontaneo e autonomo da parte dell'utenza.
I veicoli sono resi disponibili presso punti di aggregazione disposti a copertura di territori prevalentemente urbani e suburbani, in numero tale da rispondere alla domanda di mobilità.
Il sistema è destinato principalmente - ma non esclusivamente - a integrare la rete di trasporto pubblico collettivo di superficie e sotterranea (treni, metropolitane, tram, bus), allo scopo di garantire ai residenti, ai city users e ai turisti la possibilità di coprire con mezzi pubblici l'intera distanza che separa il luogo di partenza da quello di arrivo (da origine a destinazione, incluso primo e ultimo miglio).
La Micro Mobilità nulla sottrae agli investimenti che le città e le aree metropolitane affrontano per potenziare la rete portante dei sistemi di trasporto, ma ne costituisce idealmente il sistema capillare di diffusione nel territorio, consentendo di raggiungere destinazioni “remote”, non accessibili a piedi a partire dalle fermate delle linee forti, la Macro Mobilità.”
L’introduzione di una consistente flotta di auto elettriche e di bici elettriche ci porrebbe in linea con altri importanti capitali europee.
Si pensi che a Parigi sono stati da ultimo introdotti 3.000 veicoli elettrici sul territorio urbano con risultati sorprendenti.
Anche questi interventi non rappresenterebbero un costo per la collettività, posto che essi vengono per solito finanziati da società pubblicitarie e di comunicazione.
Le immagini qui riportate ci forniscono una evidenza immediata di come la micro mobilità potrebbe semplifica ed agevolare gli spostamenti in modo diffuso e consistente.

Gli effetti dell’introduzione dell’Area C a Milano.
Le considerazioni finali hanno riguardato gli effetti dell’introduzione dell’Area C a Milano.
I dati più significativi possono essere così riassunti.
Dalla sua introduzione:
-          il traffico nell’Area C è diminuito del 34%;
-          il traffico in città è diminuito del 7%;
-          gli incidenti sono diminuiti del 28%;
-          la velocità dei mezzi pubblici è aumentata del 6%.
Ciascuno di noi può avere la propria opinione sulla effettiva utilità o meno della limitazione del traffico imposta dall’Area C (e ciò spesso è condizionato dagli interessi personali e dai problemi che essa determina ai nostri spostamenti), ma è indubbio che un effetto essa lo ha prodotto.
Non esiste una vera e propria medicina per curare la malattia costituita dalla congestione dovuta al traffico urbano, ma potrebbero essere presi in considerazione questi interventi: 
-          l’Area C “fa bene” ma non basta da sola.;
-          le aree pedonali all’interno del centro storico dovrebbero essere molto rafforzate;
-          dovrebbero anche essere aumentate le corsie riservate ai mezzi di superficie;
-          parallelamente dovrebbero essere moltiplicati gli itinerari riservati alle piste ciclabili;
-          il commercio nelle vie del centro della città ha sicuramente segnato il passo rispetto ad altri momenti, ma ciò non può essere imputato all’Area C, bensì alla diffusa crisi che ha aggredito il nostro come altri Paesi.
Le domande dei presenti hanno aperto un dibattito sui temi trattati:
-          alcuni soci hanno individuato nella scarsa progettualità il principale motivo di difficoltà nel sistema dei trasporti urbani;
-          secondo altri 40 anni di politica sbagliata hanno certamente portato alla situazione attuale;
-          altri ancora hanno addirittura proposto di mantenere l’Area C anche di notte. 
Salutato e ringraziato il relatore ci siamo lasciati dopo il tradizionale suono della campana.

                                                                                              A cura di Massimo Audisio

FABIO CASIROLI
Fabio Casiroli, è docente di Pianificazione dei Trasporti presso la Scuola di Architettura Civile del Politecnico di Milano dal 1998. E’ esperto del programma Urban Age della London School of Economics, della Banca Europea degli Investimenti e della Banca Mondiale.
E’ autore di “Khrόnopolis” e coautore di “Europa delle città, Europa delle regioni”, di “Grand Paris, Métropole Douce”; di “Green Life, costruire città sostenibili”, di “Living in the Endless City” e di “Città 2.0”.
Nel 1989 ha fondato Systematica, società che offre servizi di pianificazione territoriale e dei trasporti con sede a Milano e sister companies a Beirut, Mumbai e Cagliari.

venerdì 5 ottobre 2012

Incontro di Giovedì 27 Settembre 2012: Visita del Governatore A.R. 2012-2013 Dr.Marco Milanesi

Anche quest’anno il Governatore in carica ha inteso rendere visita al nostro Club sia attraverso un incontro riservato con il Presidente, Segretario, Tesoriere e membri del Direttivo, sia trattenendosi con noi alla nostra consueta conviviale.
Espressioni di apprezzamento per l’operato e per i progetti espostigli dal Presidente e dal Direttivo sono state formulate dal Governatore all’esito dell’incontro, così come sentiti complimenti per lo spirito che anima il nostro Club sono stati ribaditi al termine della conviviale.
Il Governatore si è soffermato su alcuni temi a lui più cari e che bene esprimono il suo modo di vedere il Rotary e l’operato cui dovrebbe essere ispirata la nostra partecipazione all’associazione.
Anzitutto grande rilievo è stato dato al ”sentire comune” dei singoli membri del Club.
Noi dobbiamo mirare a diventare i migliori rotariani possibili. Ma come?
I progetti che abbiamoiniziato a sviluppare sono degni della massima attenzione e sono estremamente validi.
Ma per poterli effettivamente attuare è necessario poter fare affidamento sul supporto di tutti i soci.
E’ necessario quindi interpretare gli ideali, la volontà, i sogni e la disponibilità di ciascun socio. Questo obiettivo potrà essere raggiunto solo rinforzando il Club, attraverso appunto il coinvolgimento dei soci: coinvolgimento che deve necessariamente passare per il mantenimento di una dimensione umanitaria (che caratterizza con evidenza i nostri progetti) e fondarsi su una costante comunicazione con i soci.
Il Governatore ci ha ricordato che le qualità del socio sono, tra le altre, la presenza, l’assiduità, la responsabilità, il coinvolgimento e la partecipazione, che deve però essere soppesta non solo in termini quantitativi ma anche e soprattutto in termini qualitativi.
Se vogliamo essere attuatori del cambiamento dobbiamo necessariamente avere un afflato comune.
Comune deve essere non solo l’obiettivo, ma anche lo spirito con cui ci proponiamo di raggiungerlo.
Sarà anche importante individuare persone ricche di leadership, una qualità non sempre facile da individuare e che comunque necessita di essere testata “sul campo”.
Questa  ricerca deve essere svolta anche tra i giovani.
E’ nostro compito capire i giovani, perché questa comprensione arricchirà tutti noi.
E’ pur vero che forse i giovani dovranno compiere uno sforzo per modificare le proprie esigenze ed il proprio abitus mentale, ma noi per parte nostra dovremo agire senza pregiudizi.
I meno giovani dovranno cioè entrare in una sorta di macchina del tempo e comprendere le esigenze e gli interessi profondi di chi oggi è più giovane di loro.
Il Rotaract rappresenta in questa ricerca uno strumento preziosissimo.
Ma sbaglieremmo se intendessimo attrarre a noi solo i giovani rotaractiani.
Essi sono al contrario il mezzo attraverso il quale aprirci ai giovani ed arrivare ad essi, anche se non iscritti ad alcun Rotaract.
Poniamoci dunque sempre la domanda: quali sono gli interessi di un giovane di 35 / 40 anni? E da lì partiamo per la nostra ricerca, consapevoli che le loro necessità ed i loro obblighi saranno diversi dai nostri.
Il “comune sentire” dei membri del club deve poi anche essere ricercato e coltivato attraverso le conviviali.
Certamente le relazioni di dotti e noti personaggi sono stimolanti ed interessanti, ma non dimentichiamo il confronto tra di noi, la necessità di esprimere le nostre esigenze, il piacere di fare il punto in modo costante nel tempo.
Chiediamoci allora: quali sono i nostri problemi di rotariani e parliamone.
Parliamone anche in occasione delle conviviali, prima durante e dopo il nostro pranzo.
Tutto il Club trarrà forza e ricchezza da questo confronto.
Il Governatore ha poi ricordato alcuni degli impegni più rilevanti che l’intera associazione sta affrontando.
Anzitutto l’ultimazione del progetto Polioplus.
Inutile dilungarci su quanto già fatto: ora è il momento di terminare l’opera iniziata da tempo e portare a termine il progetto stesso.
Ha poi segnalato la Giornata sulla visione futura organizzata dalla Rotary Foundation.
Anche la comunicazione è uno snodo fondamentale.
Dobbiamo parlare con pathos all’interno del nostro Club, così come all’esterno, per farci non solo sentire ma anche ascoltare.
La Rotary Foundation ha condiviso la nostra campagna pubblicitaria apparsa sulla stampa nel mese di settembre e l’ha supportata con un investimento pari al 75% del costo dell’intera campagna.
A gennaio è programmata una ripresa della stessa con la comunicazione dei progetti in essere.
Siamo tutti invitati a formulare proposte e suggerimenti per la seconda fase di questa campagna.
Infine è stata presentata la Newsletter.
L’abbandono del tabloid non deve farci temere.
Basti considerare che la newsletter è, e sarà ancora più in futuro, più capiente, più veloce, più rispettosa del fattore ecologico, meno costosa e renderà soprattutto più snella la comunicazione tra i Club e tra i soci in genere.
Il motto che l’ha ispirata è stato: semplicità e bellezza.
E’ però necessario che tutti noi la apriamo e la leggiamo!
La reiterazione dei complimenti al nostro Club ha preceduto il suono della campana.

                                                                                                           A cura di Massimo Audisio

Curriculum del Governatore A.R. 2012 – 2013 Dr. Marco Milanesi
 Nato a Milano il 29 Gennaio 1949
Stato Civile: vedovo, una figlia, Chiara
Diploma in Giornalismo
Master in Business Administration, IMD Losanna
1978-1980                     ONCEAS, Società di distribuzione apparecchiature giapponesi per fotocine
1980-1994                     MACCHINGRAF, Società multinazionale per la distribuzione di attrezzature per il mondo grafico con sede in Olanda in qualità di Direttore Finanziario e poi di Business Unit Manager
Dal 1994                 Amministratore Delegato Matherson SpA, Società produttrice di sistemi per la comunicazione del colore, della quale ha 
                               rilevato quota societaria nell’anno 2000 e per la quale è titolare di tre brevetti
Dal 1994                 Socio del R.C. Bollate Nirone
1998-2012              Membro della Commissione Alfabetizzazione Distretto 2040
2000-2001              Presidente R.C. Bollate Nirone
2003-2006              Membro della Commissione per il premio professionalità
2002-2005              Assistente del Governatore per il Gruppo Visconteo
2005                       Fondatore del R.C. Rho Fiera Centenario
2005-2006              Presidente del R.C. Rho Fiera Centenario
2007-2008              Presidente della Commissione Effettivo Distretto 2040
2010-2011              Presidente Programmi per le Nuove Generazioni Distretto 2040
PHF con tre zaffiri.
 




martedì 2 ottobre 2012

Incontro di Giovedì 20 Settembre 2012 con Carlo Montalbetti: "Quale Green Economy per l'Italia"

Il nostro relatore, nonché rotariano, Carlo Montalbetti del quale riportiamo un breve profilo qui in calce, ci ha intrattenuti sullo scottante tema dell’industria italiana del riciclo.
La relazione ha toccato numerosissimi aspetti legati ai rifiuti ed al loro riutilizzo, fonte di ulteriore ricchezza e di posti di lavoro.
Gli argomenti trattati sono stati i più vari e ne riportiamo qui di seguito una sintesi.

RICICLO ECO-EFFICIENTE
L’industria italiana del riciclo tra globalizzazione e …….. della crisi

Il settore del riciclo e la green economy
In Europa il settore del riciclo - in senso stretto - è il terzo settore della green economy per occupati e fatturato e il più dinamico dopo le energie rinnovabili.
Il settore allargato del riciclo (riciclo + raccolta finalizzata al riciclo) è la componente più importante della green economy, anche senza considerare la filiera manifatturiera.

La dimensione dell'industria del riciclo in Italia
Forte crescita dell'industria del riciclo per:
              Occupati
              Fatturato
              Investimenti

La crescita ha riguardato tutte le componenti :
-          Raccolta
-          Recupero (settore in senso stretto)
-          Riciclo industriale

Riciclo e industria manifatturiera
La produzione manifatturiera italiana dipende dall'approvvigionamento di materie seconde:
-              dal 75% al 100% nell'industria metallurgica
-              circa il 60% nell'industria cartaria
-              dal 10% al 40% in altri settori come le materie plastiche, il vetro, gli oli, il legno
La quota di produzione industriale da materie seconde è in crescita.

Italia leader europeo del settore
·         maggior quantità di materie seconde raccolte dopo la Germania
·         più alto tasso di recupero pro-capite di rifiuti dopo la Germania
·         quantità complessiva di riciclo industriale (metalli, carta, vetro, plastica, legno) attorno ai valori della Germania

Anomalie e opportunità dell'industria del riciclo in Italia
·                L'Italia è uno dei leader europei sia nella raccolta che nel riciclo industriale
·                L'Italia non dipende dall'export per il riciclo
·                L'impiego di materie seconde non compete con la produzione di materie prime
·                Ampi spazi di espansione nell'impiego di materie seconde in alcune industrie

La resilienza del riciclo alla recessione
                Un fenomeno mondiale
                Nessun impatto negativo sulla raccolta post consumo
                Migliore tenuta della produzione secondaria rispetto alla produzione primaria
                Incremento tassi riciclo nel 2009 e 2010
                Recupero prezzi ai massimi storici

L industria italiana del riciclo alla prova della crisi
·                Riduzione della quantità raccolte pre-consumo, stazionarietà della raccolte post-consumo
·                Riduzione delle quantità assolute di riciclo nel 2009, recupero 2010-2011
·                Incremento del tasso di riciclo e dell'utilizzo di materie seconde nel 2009 -2010

Raccolta di materie seconde
·                Forte incremento delle quantità raccolte nel periodo 2000 - 2010 per tutti i materiali
·                Massimo storico di raccolta nel 2010 per carta, plastica e vetro
·                Recupero raccolta pre e post-consumo nel 2010 - 2011 per tutti i materiali

Riciclo di materie seconde
·                Incremento del tasso di riciclo nel decennio per tutti i materiali.
·                Forte contrazione quantitativa nel 2009, con riduzione delle importazioni
·                Incremento del tasso di riciclo nel 2009 - 2010
·                Recupero quantitativi riciclati nel 2010 - 2011

La globalizzazione del riciclo
                Le materie seconde hanno mercati mondiali o almeno continentali
                Le esportazioni mondiali di materie seconde sono raddoppiate nel decennio
                La recessione ha avuto poca influenza sulla crescita dell'interscambio
                La forte domanda internazionale e le gestioni consortili hanno governato le oscillazioni di domanda e tenuto alti i prezzi

Sostenibilità dei mercati globali delle materie seconde
Globalizzazione dei mercati delle materie seconde come effetto della nuova geografia industriale
Nei paesi emergenti la domanda comincia ad essere soddisfatta internamente
Fabbisogno strutturale
Organizzazione raccolta e di val Cina per copert qualità
Minor pressione sulle materie prime
Import di qualità elevata
Nuovi mercati per raccolte post-consumo europee
Competizione tra paesi sviluppati per l'accesso ai mercati del Far East
Sostegno a prezzi elevati



Effetti climatici ed energetici – metodologia 
L'impiego di materie seconde consente di ridurre - sull'intero ciclo di vita - consumi energetici ed emissioni.
Le emissioni climalteranti sono calcolate in base energetici e ad emissioni di processo.


Effetti climatici ed energetici – metodologia
L'impiego di materie seconde consente di ridurre - sull'intero ciclo di vita - consumi energetici ed emissioni.
Le emissioni climalteranti sono calcolate in base energetici e ad emissioni di processo.
I risparmi energetici sono conseguiti nella fase di approvvigionamento delle materie prime e/o nella fase di produzione primaria. Trasporti e smaltimenti hanno influenze minori.
Le emissioni climalteranti funzione dei combustibili del sistema elettrico di riferimento
I risparmi energetici variano in funzione delle tecnologie e della tipologia di prodotto finito.
Per i materiali costituiti da biomassa (carta, legno) si è considerato anche il beneficio derivante dalla disponibilità aggiuntiva di biomassa (non prelevata grazie al riciclo) per usi alternativi ai combustibili fossili
I minori consumi oscillano tra ca. 0% (inerti) e oltre 90% (alluminio)



Il riciclo industriale in Italia ha consentito nel 2010 minori emissioni pari a 53 milioni di tonnellate.

Riduzione delle emissioni climalteranti e dei consumi energetici
·                Le emissioni evitate corrispondono a circa l’11% delle emissioni nazionali di C02eq.
·                Le emissioni evitate totali sono calcolate a scala globale. Le emissioni evitate sul territorio italiano sono stimate circa 33 - 38 milioni di t C02eq.
·                I consumi energetici evitati sono stimati pari a ca. 14,4 milioni di Tep (tonnellate eq petrolio). I consumi energetici evitati corrispondono all'8% dei consumi energetici nazionali

Riciclo a km 0?
Due analisi di caso discutono il tema del «riciclo a km 0» e dell'impatto dei trasporti sui benefici ambientali.
1.                      Qual è l'impatto della raccolta differenziata «porta a porta» sui benefici ambientali del riciclo?
I maggiori consumi energetici di raccolta vanificano i vantaggi delle maggiori quantità recuperate?
Ha senso la raccolta differenziata lontano dal luogo di riciclo?
2.                      Grandi quantità recuperati in Euro in Italia) sono riciclati all'estero.
Esportare in Cina seconde per riciclarle ha un senso ambientale?
Consumi ed emissioni di trasporto annullano i benefici ambientali?

Gli effetti della raccolta differenziata
Le raccolte differenziate «porta-a-porta» hanno consumi energetici doppi o tripli rispetto alle raccolte stradali. Ma l'impatto complessivo è marginale.
I consumi di raccolta incidono tra l'1% e il 4% dei benefici del riciclo.
Massimizzare quantità e qualità delle raccolte ha un netto beneficio ambientale.

Dalla raccolta differenziata al riciclo: l’effetto dei trasporti
I consumi energetici in fase di trasporto dal luogo di raccolta al luogo di riciclo industriale sono più rilevanti ma generalmente non significativi.
In alcuni casi - come il legno dove i trasporti possono superare i 1.000 km - diventano ambientalmente ed economicamente competitive alternative al riciclo.

Quattro linee d'azione per accelerare lo sviluppo dell'industria italiana del riciclo
1.                        Ampliare il mercato dei prodotti riciclati attraverso il cosiddetto ''green procurement".
2.                        Accesso al recupero energetico e competizione con il recupero energetico.
3.                        Integrazione di sistema per migliorare la qualità delle materie seconde recuperate, in particolare dai circuiti di raccolta post consumo.
4.                        Ricerca e Innovazione di prodotto e di tecnologia di riciclo.

 Al termine della relazione si è instaurato un interessante dibattito con i soci incentrato sulla particolare situazione del riciclo nella nostra città di Milano, sulla valorizzazione della tecnica dei rifiuti e sulla diversa natura e prospettiva della raccolta e lavorazione.
Il tocco della campana ha chiuso questa piacevole ed interessante conviviale.

                                                                    A cura di Massimo Audisio
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Carlo Montalbetti
Laureato in Filosofia.  Nel 1977 collabora come account executive presso l’Agenzia di Pubblicità Industrie Pirelli. Dal 1979 al 1986 lavora per il Consiglio Regionale della Regione Lombardia. Dal 1984 fa parte di FERPI ed è membro dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Dal 1986 al 1989 lavora in RP Partners  in qualità di senior e dal 1989 entra in Comieco, Consorzio Nazionale della filiera cartaria per il recupero e riciclo dei materiali cellulosici, con la funzione di Direttore Generale. E’ autore di diverse pubblicazioni sull’industria del riciclo e sulla gestione e valorizzazione dei rifiuti.
Dal 2006 Consigliere Comunale al Comune di Milano e Presidente Onorario dei Comitati di Quartiere. Nel 2010 è fondatore dell’Associazione “Milano Respira” e tra i promotori del Comitato per i 5 Referendum per l’Ambiente e la qualità della vita a Milano.
Dal 2011 Membro Consiglio Amministrazione Sacbo.        
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