mercoledì 10 ottobre 2012

Incontro di Giovedì 4 Ottobre 2012 con Fabio Casiroli : "Area C: vitamina o Placebo?"

Il Prof. Fabio Casiroli ci ha intrattenuti con una interessante relazione che ha avuto ad oggetto il sistema del traffico, della viabilità e della circolazione nella nostra città e che ha anche fatto un bilancio, a qualche mese dalla sua introduzione, sull’Area C.
 Il nostro ospite ha proposto spunti di riflessione relativi ad interventi da effettuare a brevissimo termine (subito), a breve termine (entro un anno) ed a medio termine (entro tre anni).

Che fare entro un anno.
Se si consulta il sito internet dell’ ATM si rileva che il tempo di percorrenza indicato per uno spostamento da Cadorna a Bovisa è di 50 minuti.
Nulla dice l’azienda di trasporti cittadina circa il fatto che, grazie al passante ferroviario di Trenord, il tempo di spostamento per il medesimo tragitto è effettivamente di 10 minuti.
Quasi come se il “passante ferroviario” non facesse parte del sistema dei trasporti cittadino !
Occorre dunque subito far conoscere ai cittadini i servizi di trasporto pubblico diversi da quelli gestiti dall’ATM.
E ciò anche perché se si esamina la mappa delle linee di trasporto urbane si rileva come le periferie sono servite assai poveramente.
Dunque l’integrazione dei servizi ben potrebbe in parte ovviare a certe limitazioni ancora esistenti.

Che fare entro un anno.
La prima azione prevede la trasformazione della linea di filovia 90 / 91 in una vera e propria “Linea circolare”, un po’ sulla falsariga della “Circle Line” della metropolitana londinese, concetto peraltro comune a quasi tutti le metropoli nel mondo.
Occorrerebbe renderla completamente protetta con semafori “intelligenti”.
Se poi si razionalizzasse il numero e la dislocazione delle fermate si potrebbe ridurre il tempo di percorrenza lungo l’intero percorso da 90 a 56 minuti.
L’operazione, tra l’altro, richiederebbe investimenti contenuti.

Che fare entro tre anni.
Se consideriamo la pianura padana osserviamo che, negli ultimi 40 anni, si è verificata una diffusione degli agglomerati urbani che è andata ben oltre le previsioni.
E’ quindi necessario in primo luogo rafforzare la macromobilità tra gli agglomerati.
A livello urbano invece (e ciò vale anche per la nostra città) occorre costruire un vero e proprio sistema di micro mobilità.
Per micro mobilità si intende un “sistema di trasporto pubblico individuale, con vocazione urbana, realizzata mediante biciclette e veicoli compatti (al massimo due passeggeri) a emissioni basse o nulle, destinati all'impiego spontaneo e autonomo da parte dell'utenza.
I veicoli sono resi disponibili presso punti di aggregazione disposti a copertura di territori prevalentemente urbani e suburbani, in numero tale da rispondere alla domanda di mobilità.
Il sistema è destinato principalmente - ma non esclusivamente - a integrare la rete di trasporto pubblico collettivo di superficie e sotterranea (treni, metropolitane, tram, bus), allo scopo di garantire ai residenti, ai city users e ai turisti la possibilità di coprire con mezzi pubblici l'intera distanza che separa il luogo di partenza da quello di arrivo (da origine a destinazione, incluso primo e ultimo miglio).
La Micro Mobilità nulla sottrae agli investimenti che le città e le aree metropolitane affrontano per potenziare la rete portante dei sistemi di trasporto, ma ne costituisce idealmente il sistema capillare di diffusione nel territorio, consentendo di raggiungere destinazioni “remote”, non accessibili a piedi a partire dalle fermate delle linee forti, la Macro Mobilità.”
L’introduzione di una consistente flotta di auto elettriche e di bici elettriche ci porrebbe in linea con altri importanti capitali europee.
Si pensi che a Parigi sono stati da ultimo introdotti 3.000 veicoli elettrici sul territorio urbano con risultati sorprendenti.
Anche questi interventi non rappresenterebbero un costo per la collettività, posto che essi vengono per solito finanziati da società pubblicitarie e di comunicazione.
Le immagini qui riportate ci forniscono una evidenza immediata di come la micro mobilità potrebbe semplifica ed agevolare gli spostamenti in modo diffuso e consistente.

Gli effetti dell’introduzione dell’Area C a Milano.
Le considerazioni finali hanno riguardato gli effetti dell’introduzione dell’Area C a Milano.
I dati più significativi possono essere così riassunti.
Dalla sua introduzione:
-          il traffico nell’Area C è diminuito del 34%;
-          il traffico in città è diminuito del 7%;
-          gli incidenti sono diminuiti del 28%;
-          la velocità dei mezzi pubblici è aumentata del 6%.
Ciascuno di noi può avere la propria opinione sulla effettiva utilità o meno della limitazione del traffico imposta dall’Area C (e ciò spesso è condizionato dagli interessi personali e dai problemi che essa determina ai nostri spostamenti), ma è indubbio che un effetto essa lo ha prodotto.
Non esiste una vera e propria medicina per curare la malattia costituita dalla congestione dovuta al traffico urbano, ma potrebbero essere presi in considerazione questi interventi: 
-          l’Area C “fa bene” ma non basta da sola.;
-          le aree pedonali all’interno del centro storico dovrebbero essere molto rafforzate;
-          dovrebbero anche essere aumentate le corsie riservate ai mezzi di superficie;
-          parallelamente dovrebbero essere moltiplicati gli itinerari riservati alle piste ciclabili;
-          il commercio nelle vie del centro della città ha sicuramente segnato il passo rispetto ad altri momenti, ma ciò non può essere imputato all’Area C, bensì alla diffusa crisi che ha aggredito il nostro come altri Paesi.
Le domande dei presenti hanno aperto un dibattito sui temi trattati:
-          alcuni soci hanno individuato nella scarsa progettualità il principale motivo di difficoltà nel sistema dei trasporti urbani;
-          secondo altri 40 anni di politica sbagliata hanno certamente portato alla situazione attuale;
-          altri ancora hanno addirittura proposto di mantenere l’Area C anche di notte. 
Salutato e ringraziato il relatore ci siamo lasciati dopo il tradizionale suono della campana.

                                                                                              A cura di Massimo Audisio

FABIO CASIROLI
Fabio Casiroli, è docente di Pianificazione dei Trasporti presso la Scuola di Architettura Civile del Politecnico di Milano dal 1998. E’ esperto del programma Urban Age della London School of Economics, della Banca Europea degli Investimenti e della Banca Mondiale.
E’ autore di “Khrόnopolis” e coautore di “Europa delle città, Europa delle regioni”, di “Grand Paris, Métropole Douce”; di “Green Life, costruire città sostenibili”, di “Living in the Endless City” e di “Città 2.0”.
Nel 1989 ha fondato Systematica, società che offre servizi di pianificazione territoriale e dei trasporti con sede a Milano e sister companies a Beirut, Mumbai e Cagliari.