martedì 26 febbraio 2013

Incontro di Giovedì 21 Febbraio 2013 con Rosantonietta Scramaglia: "Sogni e valori in tempo di crisi e di cambiamenti sociali"

Cosa sognano gli italiani in tempo di crisi e a quali valori credono in epoca di cambiamenti sociali?
Queste domande sono state oggetto di analisi da parte della Prof.ssa Rosantonietta Scramaglia, professore associato di Sociologia presso l’Università IULM di Milano, nella relazione tenutasi durante la conviviale di giovedì scorso. 
La Prof.ssa Scramaglia ha fornito uno spaccato comportamentale e di scelte di vita frutto di un a ricerca su 456 famiglie, 543 figli, 589 genitori e 467 nonni, per un totale di 1.599 persone.
Sono stati trattati temi riguardanti i valori, i desideri, le spese, considerazioni sulla famiglia tradizionale e famiglia atipica, la famiglia come gruppo di auto sostegno nella quale si cerca di consumare meno e di distinguere l’essenziale dal superfluo.
Dall’indagine emerge la valorizzazione di certi stili di vita, la riscoperta del territorio e della località. Si scopre che il 58.8% dei figli intervistati non ha subito conseguenze dirette dalla crisi economica, mentre l’8.6% ne è stato gravemente colpito.
Riguardo al futuro è ottimista il 32.6% dei figli teenagers, il 23.3% dei giovani adulti, il 18.2 % dei genitori il 14,4% dei nonni. 
E ancora, il 18.6% dei bambini sotto i dieci anni possiede un cellulare, percentuale che sale al 90.3% tra i 14/17enni, questi ultimi poco inclini a risparmiare.
In conclusione oggi la vita assomiglia più ad un viaggio in auto nel quale si assiste al mutamento ed alla perdita di significato di alcuni comportamenti rispetto al passato (resiste il matrimonio, in calo quello religioso, resiste il fascino del viaggio di nozze in luoghi lontani e affascinanti).
Le coppie continuano anche a sognare una casa insieme nonostante i figli siano sempre più rinviati nel tempo. 
In una società dove le persone sono sempre più libere di costruirsi la loro vita affettiva futura, e ricevono stimoli e modelli e valori provenienti da fonti e luoghi diversi, il ruolo dell’immaginario, che ognuno si è costruito, assume un ruolo sempre più importante nella vita reale concreta e quotidiana.
Di conseguenza studiarlo diventa sempre più importante per comprendere non solo i sogni, ma anche i comportamenti e le scelte di vita.
Il tocco della campana ha concluso la piacevole serata.

                                                                                                         
                                                                                                          A cura della Segreteria
ROSANTONIETTA SCRAMAGLIA
E’ nata e lavora a Milano. Laureata con lode in Lingue e Letterature straniere alla Iulm e con lode in Architettura al Politecnico di Milano. Ha conseguito il dottorato in Sociologia e metodologia della ricerca sociale all'Università Cattolica e seguito vari corsi in Italia e all’estero. Attualmente, è professore associato presso la IULM di Milano dove dal 1978 esercita attività didattica in diversi corsi di laurea. Dal 2010 al Master MaSa. Dal 2003 ha un affidamento esterno come titolare del corso di Sociologia urbana presso il Politecnico di Milano. Da anni svolge come responsabile o come coordinatrice numerose ricerche finanziate dal CNR, Murst-Miur, Prin, da diverse imprese private ed enti pubblici. Ha collaborato con l’Istituto Gemelli-Musatti per la Comunicazione, e con il Centro Sperimentale di Cinematografia. E’ stata coordinatrice del Centro di Studi sull’Amore di Coppia fondato e diretto da Francesco Alberoni. Per la Fondazione dell’Università Iulm è stata responsabile del progetto: "Comunicazione a Verona – Raccontare i nuovi quartieri"  e ha partecipato alle ricerche per l'Osservatorio sui consumi alimentari come responsabile dell'ambito di ricerca sulle dinamiche alimentari nel contesto famigliare. E’ stata responsabile dell'Unità di ricerca del Progetto Prin 2007 sull' "offerta di turismo balneare, la comunicazione riguardante le aree tirrenica e adriatica e il suo impatto sulla domanda nel bacino lombardo.” Nell’ambito dell’attività didattica presso il Politecnico, ha svolto e sta svolgendo con i colleghi ricerche su vari temi della sociologia urbana.

martedì 19 febbraio 2013

Incontro di Lunedì 11 Febbraio 2013 presso il Teatro Nuovo di Milano con lo spettacolo "Taxi a due Piazze" - Service Distrettuale con Croce Rossa e Istituto Europeo di Oncologia

Per il secondo anno consecutivo la Fondazione Rotary Milano per Milano, insieme con il Rotary Club Milano, ha organizzato al Nuovo di piazza San Babila, uno spettacolo teatrale a scopo benefico a favore delle giovani donne che vivono a Milano e Provincia per aiutarle a prevenire il tumore della cervice uterina.

Il Distretto 2040 ha condiviso lo scopo estendendo la serata agli oltre trenta Rotary club che lo compongono.

La brillante commedia andata in scena lunedì 11 febbraio scorso, Taxi a due piazze, opera dell'inglese Ray Cooney, è un siparietto dai ritmi rapidi e costanti in cui infedeltà e omosessualità vanno a braccetto per dare vita alla spumeggiante storia allegra e leggera mai volgare.
                                                                                 
                                            A cura di Fabio Toldo

giovedì 7 febbraio 2013

Incontro di Giovedì 31 Gennaio 2013 con Alessandro Ubertazzi : " Visita a una piantagione di banane"

Il nostro socio Professor Alessandro Ubertazzi ci ha portati in Brasile accompagnandoci attraverso una visita virtuale ad una piantagione di banane.
Ci ha così consentito di rivivere con lui un'esperienza di qualche tempo fa nel territorio di Santa Catarina.
Al termine di una delle sue lezioni presso l'università locale, A lessandro era stato infatti accompagnato a visitare due piantagioni di banane: una su un territorio collinare, l'altra presso una vera e propria struttura di coltivazione.
Siamo stati accompagnati in questa visita da un gran numero di fotografie che hanno fedelmente reso l'immagine dei lugli dove abbiamo potuto penetrare.
Addentrandoci nel cammino avevamo la sensazione di trovarci sovrastati da piante di banana. La spiegazione è stata semplice: per gli abitanti del luogo, infatti, le banane sono considerate piante infestanti. Tutte le colline circostanti erano, a perdita d'occhio, ricoperte di bananeti.     Lo spettacolo è stato incredibile e meraviglioso.
Ma non tutto ciò che luccica è oro: ed in effetti i serpenti nella piantagione sono molto numerosi. In particolare i serpenti corallo, piccoli e velenosissimi, si annidano all'interno dei caschi di banane.
Contrariamente a quanto pensiamo in Occidente la pianta di banane non è un albero ma è un'erba. Dal  fusto si diparte un rizoma che "viaggia" sottoterra per alcune decine di metri e che genera altre piante intorno al fusto.
Una volta reciso il fusto, all'esito della nascita dei caschi, esso viene lasciato sul terreno e ciò perché sia il fusto sia le foglie sono ricchissimi di acqua e servono a fertilizzare il terreno. Le foglie si sfrangiano a causa del vento dando un'immagine di un vero proprio ventaglio. Ogni casco pesa tra 100 e 150 kg ed alla base dello stesso si presenta un fiore.
La banana non ha semi e si riproduce secondo criteri partenogenetici. La parte maschile della pianta, che ricorda nettamente l'organo riproduttivo umano, viene tagliata di netto poiché non serve alla crescita del casco e non viene quindi considerata utile.
Una volta raccolti i caschi vengono messi in frigorifero prima della completa maturazione e lì vengono fatti maturare sino all'occorrenza.
Un piccolo trucco ci consente di capire quando la banana è matura e quindi quando è pronta per essere mangiata: gli spigoli del frutto devono essere poco marcati come se una forza interna alla banana la spingesse per effetto della naturale maturazione, in quel momento è matura.
I fusti che, come abbiamo detto, sono pieni d'acqua, vengono in parte lasciati sul terreno ed in parte scorticati, selezionati, ripuliti, lavati e da essi vengono tratte delle fettucce che vengono essiccate.
La pianta della banana, o meglio l'erba della banana, essendo infestante "cammina".
Ogni 15.000 piante si verifica una mutazione genetica delle stesse. Sono conosciute circa 200 varietà di piante di banane e, curiosamente per chi come me non lo sapeva, la loro origine è cinese.
A seguito della colonizzazione della Somalia da parte dello Stato Italiano le banane, coltivate in quel paese, erano monopolio appunto di Stato. Terminata l'esperienza coloniale in Somalia ci si è però resi conto che l'intero mondo coltivava banane il cui prezzo è quindi crollato vertiginosamente.
Numerose sono state le domande rivolte al relatore dai soci presenti.
Abbiamo così appreso che il Brasile è un paese immenso: è grande come l'Europa. La popolazione è multietnica ed il territorio assai diversificato: si va dalle zone afrocubane ad altre zone che assomigliano in tutto e per tutto ad una piccola Europa.
Avere ascendenti italiani è motivo di vanto per i brasiliani. Generalizzando possiamo dire che i brasiliani invidiano tutto ciò che abbiamo in Europa.
Il Pil del Brasile è in attivo nella misura del 3 / 4 % annuo, ma in alcune zone, come per esempio quella di Santa Catarina che potremmo paragonare alla nostra Sesto San Giovanni, lo scorso anno il Pil ha raggiunto la soglia del 30%. Di sicuro l'impressione che si ha del Brasile è quella di un paese in grande sviluppo.
La parte nord est del paese è sicuramente la più pericolosa. In quella zona è molto elevato il tasso di povertà. Il programma del governo attuale è quello di mantenere le "favelas" o parte di esse.
A differenza però di altri paesi e città, come ad esempio Caracas dove la povertà è assoluta e la vita non vale pressocché nulla, le famiglie brasiliane restano nelle "favelas" e lì abitano in gruppo occupando tre / quattro baracche e ristrutturandole.
Sembrano effettivamente dei mini appartamenti.
La loro colorazione è particolare ed è bello vedere come venga mantenuta e curata parte della storia del paese.
E' forte la coscienza di essere discendenti della cultura occidentale ed è evidente la volontà di farla emergere.
Il nome Brasile significa legno bruciato e ciò a causa della deforestazione operata nei secoli scorsi. In alcune zone è in corso la reintroduzione di alcune piantagioni sterminate in precedenza.
Dante Ravidà ci ha raccontato di quando, nella sua abitazione, il giardino fu in pochissimo tempo infestato da due piante di banane che suo padre aveva incautamente piantato.
Carlo Grandini ci ha invece raccontato come la banana sia il frutto ufficiale offerto ai soci nei campi di golf essendo molto ricca di magnesio e potassio.
Giovanni Bottini ci ha poi spiegato come per il trasporto delle banane occorrano navi costruite ad hoc con impianti e strumentazioni particolari.
La piacevolissima serata si è poi conclusa con i ringraziamenti del Presidente al relatore e con il tradizionale suono della campana.

                                                                                              A cura di Massimo Audisio