martedì 2 ottobre 2012

Incontro del 14 Giugno 2012 con Massimo Gozzi e Cesare Pellegrini: "Rilancio della navigazione del lago di Como"

Il primo relatore a intrattenerci sul tema del rilancio della navigazione sul Lago di Como è stato l’Ing Massimo Gozzi in qualità di Presidente in carica dell’Associazione Navilariane.

Navilariane è una associazione culturale che ha per oggetto gli aspetti storici del patrimonio nautico del Lago di Como.
Il suo obiettivo è lo studio, la conservazione e la valorizzazione di tale patrimonio, inserito nel contesto della storia, del paesaggio e degli insediamenti presenti.
Si rivolge a studiosi, promuovendo ricerche storiche, archeologiche, architettoniche sulle imbarcazioni e le infrastrutture a terra; a studenti, illustrando nel loro contesto storico le caratteristiche delle imbarcazioni tradizionali da trasporto, da pesca e da diporto, a vela, remi e a motore; a turisti e villeggianti, conducendoli, attraverso la navigazione, alla scoperta delle tradizioni e del paesaggio lariano e a tutti coloro che sono interessati a mantenere viva la memoria della vasta tradizione nautica lariana, in rapporto alla storia locale.
Opera attraverso la promozione di iniziative di ricognizione, studio, censimento e catalogazione del patrimonio culturale legato alla storia della navigazione lacustre e relative infrastrutture a terra, la formulazione di pareri tecnico-scientifici e la collaborazione, con soggetti pubblici o privati, alla stesura di progetti di restauro, ricostruzione, ristrutturazione, la didattica (incontri nelle scuole, laboratori, visite e crociere guidate), l'attivazione di iniziative volte alla sensibilizzazione e alla diffusione della cultura legata alla storia della navigazione sul lago di Como (mostre, conferenze, pubblicazioni).

Il Piroscafo plinio
Il Plinio costituì una delle unità di punta per la Società Lariana di Navigazione nei primi decenni del secolo Ventesimo, simbolo di prestigio e di avanguardia tecnologica. Passa indenne dalle incursioni aeree subite dalla flotta sul finire della seconda guerra mondiale. Successivamente agli eventi bellici, nel 1948, vengono effettuati lavori per migliorarne l’economicità di esercizio.
Rilevato dalla Gestione Governativa nel 1952, rimane in servizio per circa dieci anni. Nel frattempo, nel 1955, con un certo ritardo rispetto ad altri piroscafi, una trasformazione delle caldaie consente di sostituire il carbone, combustibile originario, con la nafta. Resta in servizio attivo sino al 1962 quando, con l’approssimarsi della scadenza del certificato di navigazione, viene posto in disarmo nel 1963.
Nel 1973 l’Ente Navigazione ne decreta la vendita: il piroscafo viene acquistato dal Centro Nautico Alto Lario di Colico ed ormeggiato al nuovo porto, con funzione di frangiflutti. Successivamente viene adibito a ristorante.
Nel 1998 il porto di Colico viene rimodernato interamente e il Plinio viene riallocato a Verceia, sul lago di Mezzola.

Bene culturale tutelato
Quanto sopra, e su iniziativa di Navilariane, ha portato alla emanazione del decreto di Interesse Storico per il Piroscafo Plinio, che lo definisce di “particolare importanza” e lo tutela nell’ambito della legge 42 del 2004, meglio nota come Codice dei Beni Culturali. Le motivazioni che hanno portato a questo importante riconoscimento sono così sintetizzabili:
  • Reperto unico rimasto di una generazione di piroscafi che tra fine ottocento e Novecento hanno segnato la massima evoluzione di questo tipo di imbarcazioni. Esemplari analoghi come il “Milano” (1904, modificato radicalmente con l’adozione di un’elica al posto delle pale) e il Patria (1926, realizzato in modo non altrettanto raffinato e comunque quando l’epoca delle ruote a pale era già terminata) sono attualmente oggetto di mantenimento accurato.
  • Si tratta dell’unico scafo di produzione Escher Wyss & Cie ancora esistente sul Lario, ultimo di una lunga serie di produzione della Ditta svizzera.
  • Il Plinio ha raggiunto la più elevata velocità mai ottenuta da un battello a vapore sul Lario.
  • Progetto d’avanguardia e di grande pregio tecnologico in particolare per lo scafo, pertanto la attuale mancanza della motrice a vapore nulla toglie al valore del reperto come attualmente si presenta.
  • E’ tuttora il simbolo della migliore tradizione nautica del lago di Como, costituendo, dopo adeguata riqualificazione, oggetto di grande interesse per i visitatori del lago.
  • L’attuale stato non è da considerare particolarmente critico, nonostante le apparenze: esistono molti casi di imbarcazione recuperate integralmente a partire da condizioni assai peggiori.
Stato attuale
Seppure giacente nel fondale presso il comune di Verceia, il piroscafo può essere recuperato e sottoposto a interventi di recupero. La finalità di tali interventi riguarda sia l’integrità del bene in quanto tale, sia il consentirne in futuro interventi radicali di sistemazione, (altrimenti sempre più complessi ed onerosi da realizzare stante lo stato di progressivo degrado).

Progetti di riqualificazione
La riqualificazione del piroscafo implica una destinazione d’ uso compatibile con lo stato del bene e le necessità del territorio. La mancanza dell’apparato motore e modifiche alla parte strutturale non consentono la navigabilità autonoma del Piroscafo. Impieghi futuri possono essere ipotizzati in condizioni di staticità seppure galleggiante (battello in ormeggio permanente o temporaneamente trasferibile attraverso traino) o allocazione in secca su terreno idoneamente preparato. In entrambe i casi la sistemazione dei cospicui volumi interni dovrebbe consentire l’utilizzo corrispondente alle seguenti destinazioni, anche coesistenti:
  • museo di se stesso e della navigazione lariana, con annesso luogo di ristoro;
  • centro documentazione della navigazione lacuale dei laghi lombardi;
  • centro studi  per la navigazione a basso impatto ambientale (collegato con enti universitari o aziende del settore nautico). 
E poi intervenuto il Prof. Cesare Pellegrini che ha presentato, nell’ambito dell’iniziativa volta a rilanciare la navigazione sul Lago di Como,  una nuova  “filosofia” che  risiede nello sviluppo di una nautica adeguata  alla storia e alla fama della grande tradizione  lariana.
Si punta, lasciando alle spalle ogni nostalgia, a reinventare un “nuovo patrimonio” di tipi di imbarcazione, con un atteggiamento vitale,  per coinvolgere così i giovani che intorno al lago abitano. Lo scopo è pertanto quello di dare opportunità di apprendistato ai giovani, in un settore dove i professionisti vengono ricercati, sulla base di una “cultura” peculiare del territorio lariano.

Temi e aree di intervento
In concreto, le attività sono le seguenti:
        -  l’autocostruzione,  facilitata grandemente da nuove tecniche costruttive;
        -  le specificità del lago di Como, per forma geografica e differenze nel regime dei venti;
        -  lo sviluppo di nuovi tipi di imbarcazione specialmente capaci di  riconciliare remi e  vela;
        -  la promozione di una produzione cantieristica  conseguente;
        -  la formazione di capacità e imprenditoriali professionali tra i giovani, avvicinandoli al lago;
        -  nuovi ruoli per i Comuni rivieraschi per attivare una navigazione basata sul godimento del paesaggio e decisamente ecocompatibile.  

Cosa realizzare
Quanto sopra è realizzabile attraverso l’istituzione di scuole e di luoghi di lavoro (laboratori) per apprendisti costruttori di barche preferibilmente nell’ambito di un programma estivo.
La costruzione “assistita” richiede infatti  un luogo fisico dove organizzare al meglio la costruzione in gruppo almeno di  4/5 barche alla volta, anche per ammortizzare i costi dell’assistenza. Le fabbriche dismesse si presterebbero perfettamente a divenire luoghi idonei.
Occorrerebbe poi prevedere la logistica relativa pasti, pernottamenti e quant’altro.
Al termine  ognuno si porterebbe a casa la barca, alla fine del seminario fatto, in realtà, per imparare ad usare le mani “con la testa”.
I temi trattati hanno coinvolto i soci presenti che, al termine, hanno posto numerosi quesiti ai due relatori tenuto anche conto dell’ampia partecipazione di Rotariani appassionati di vela presenti alla Conviviale

                                                                                                              A cura di Stefano Viganò