giovedì 22 marzo 2012

Incontro con Roberto Lavarini "Gli anziani innamorati"

Una laurea in matematica, poi una in sociologia. Una combinazione esplosiva ed un approccio al sapere apparentemente assai differente.
Invece l’intervento del prof. Lavarini, in occasione dell'incontro del 22 marzo 2012, ci ha fatto ben comprendere come le due materie possono essere funzionali l’una all’altra ed essere integrate in un interessante lavoro di ricerca. La ricerca è stata condotta all’Università IULM di Milano, dove il prof. Lavarini insegna, e ha riguardato il comportamento sentimentale della donna e dell’uomo in età avanzata. La realtà è in continua e rapida evoluzione le ricerche sul campo, come quelle oggetto dell’intervento, servono  proprio per rimanere aderenti a questa realtà ed essere, come università e centri di cultura, gli organismi di riferimento di chi deve prendere decisioni per programmare ed organizzare il futuro. Questa ricerca sociologica ha avuto come scopo definire: emozioni, sentimenti, relazioni personali, modelli di comportamento, i concetti di amore e di amicizia, delle persone nella terza età.

Il lavoro si basa su una casistica molto ampia di interviste che sono state condotte in un lungo periodo di indagine su un campione di soggetti distribuiti su un territorio piuttosto vasto (Milano e dintorni). Metodologicamente il gruppo di lavoro si è riferito a: analisi delle opere di osservatori privilegiati; annunci matrimoniali; di storie di vita; di molte interviste. Gli argomenti trattati sono stati i più vari, dalla famiglia ai rapporti sociali, dalle relazioni degli uomini e delle donne ai rapporti di innamoramento.

Il focus della relazione era l’innammoramento dopo i sessant’anni. Cosa significa innamorarsi a questa età, si è soliti dichiarare il proprio sentimento a questa età, si racconta o meno ad altri i loro sentimenti, cosa cambia nella vita dopo che ci si è innamorati. La ricerca ha inoltre sviluppato un interessante parallelo tra le diverse età. I risultati di questi confronti, rappresentati, come si addice ad un esperto matematico, in grafici cartesiani, hanno evidenziato una certa costanza del comportamento delle persone in relazione a determinate tematiche.


A cura di Aldo Bottini

domenica 18 marzo 2012

Conviviale presso l'OSF - Opera San Francesco per i poveri

Il 18 Marzo 2012 si è svolto l’incontro presso l’Opera San Francesco, cui hanno partecipato il Governatore del Distretto 2040 Ettore Roche, i Presidenti del Gruppo 1 unitamente ad altri Soci in rappresentanza dei rispettivi Club e alcuni soci del Rotaract Milano e dell’Inner Wheel.
Lo scopo dell’incontro consiste nel far conoscere più da vicino la realtà dell’OSF e i suoi sempre più variegati servizi ai bisognosi.
Dopo la celebrazione della messa da parte di padre Annoni presso la chiesa dei Frati di Viale Piave, i partecipanti si trasferiscono nell’Auditorium di Via Kramer  per la consueta presentazione delle attività di O.S.F. e l’aggiornamento sulle nuove iniziative intraprese. 
Padre Annoni fa gli onori di casa e illustra brevemente  le attività di servizio di OSF con le sue attività di mensa e di servizi alla persona tra cui docce e guardaroba, servizi erogati agli interessati a fronte di una tessera legata alla persona. Introduce brevemente gli ospiti, Suor Annamaria, medico e responsabile dell’ambulatorio di Via Antonello da Messina, gestito dall’OSF, e due dottoresse che animano nuove forme di assistenza.
Un filmato, rinnovato rispetto ai precedenti, illustra l’attività dell’ambulatorio dotato di moderne strutture, che consente prestazioni di medicina di base, tra cui anche oculistica e dentistica, e un servizio di farmacia; l’erogazione di assistenza a poveri, immigrati, disadattati che non riuscirebbero altrimenti ad essere assistiti dal servizio sanitario nazionale.
A tal fine vengono dotati di una tessera sanitaria provvisoria, per consentire loro la fruizione dei servizi.  168 medici volontari si alternano nel prestare servizio nell’ambulatorio.
Suor Annamaria evidenzia che tra gli utenti dell’ambulatorio sono in aumento gli italiani delle fasce sociali più deboli. Nel filmato si ha modo di vedere anche il moderno centro di gestione del guardaroba di via Vallazze, con selezione, lavaggio, immagazzinamento dei vari capi di abbigliamento, in grado di attuare 9.000 cambi d’abito all’anno. La sede di Via Kramer è anche strutturata anche con un’area sociale per prestare assistenza nell’ambito di accoglienza, lavoro e servizi sociali, quest’ultimo mirato alla concessione temporanea di alloggi a famiglie bisognose e in particolari difficoltà.

L’attenzione alla persona trova anche la sua concretizzazione, in forme di assistenza legate non solo alla cura dei disagi fisici ma anche dei disagi psichici: a tal fine è stata istituita presso l’ambulatorio un’attività di assistenza psicologica e psichiatrica, che cerca di capire e di risolvere le situazioni di difficoltà in cui si trovano molti immigrati specialmente extraeuropei, provenienti da culture diverse, da situazioni sociali non paragonabili a quelle dei Paesi occidentali,  da condizioni di vita precarie.
Viene evidenziato che molto spesso i disagi fisici tra gli assistiti, sono imputabili non solo a motivi clinici ma spesso anche a cause legate a stress psicologici ed emotivi. Le due dottoresse esperte di psicologia e psichiatria portano la loro testimonianza nell’attività di volontariato evidenziando la grande differenza degli utenti dell’OSF rispetto a quella degli utenti abituali degli studi professionali presso cui normalmente esercitano. Fanno notare che, nell’ambito della loro attività debbano sempre più fare ricorso a lingue straniere per potersi rapportare con gli assistiti e come l’attività presso OSF consenta anche di capire provenienze culturali, sociali, religiose diverse, alla ricerca dell’integrazione non traumatica di queste persone presso la nostra società.
A fine presentazione Padre Annoni illustra gli altri progetti presso dell’OSF in via di definizione:
1) possibilità, per ora allo stato embrionale, di dare vita ad un’analoga struttura a Bergamo.
2) accoglienza notturna.
 
Al termine della presentazione l’uditorio si trasferisce nei locali della mensa dove, avvalendosi delle cucine e della struttura dell’OSF, è stato organizzato il pranzo per tutti i numerosi presenti. Al saluto iniziale delle bandiere fa seguito una breve introduzione prima da parte del Governatore, poi del Club organizzatore dell’evento, il Milano Naviglio Grande S. Carlo,  si susseguono poi le varie portate, servite con efficienza e maestria da un  professionale servizio ai tavoli, per concludersi degnamente con una grande torta su cui spiccano i loghi dell’OSF e del Rotary. Il pranzo anche quest’anno riscuote il pieno interesse gastronomico e la soddisfatta approvazione dei presenti.
Padre Annoni a  fine pranzo, al momento di sciogliere l’assemblea e ringraziare per il supporto ricevuto, ricorda la necessità di conservare lo spirito genuino di carità verso i bisognosi che animò fin dall’inizio il fondatore dell’OSF, fra Cecilio Cortinovis, commemorato da fotografie nell’atto di versare la minestra nella scodella degli ospiti della mensa.
                                                                                                         

A cura del Presidente

giovedì 8 marzo 2012

Incontro con Anty Pansera "QT8: un quartiere da scoprire"




Ancora una volta il racconto di una Milano poco conosciuta, ancora una volta il racconto di una Milano risultato di iniziative coraggiose ed innovative, ancora una volta un racconto in cui la parola costruzione non assume la tonalità cupa dei giorni correnti.

In occasione dell'incontro dell'8 marzo 2012, la professoressa Anty Pansera ci ha portato a spasso per il quartiere QT8 di Milano, che da molti viene denominato “Gallaratese”, mettendo assieme in maniera assai piacevole gli aspetti storici con quelli di architettura e design non tralasciando gli aspetti socio-economici. Un equilibrismo nient’affatto semplice soprattutto se si considera il tempo ridotto che una conviviale concede ai nostri oratori. La prima Triennale del dopoguerra, che si sarebbe aperta nella primavera-estate del 1947, si proponeva di affrontare “i temi che interessano le classi meno abbienti” (arch. Pietro Bottoni). Quell’edizione ha lasciato un segno concreto, alla periferia di Milano, un intero quartiere, che prese nome proprio dalla manifestazione, QT8 ovvero, Quartiere Triennale Ottava.

Si tratta di un quartiere modello dove si proposero unità abitative innovative e dove si coaugularono studi e progetti che avevano caratterizzato la ricerca del Movimento Moderno. La realizzazione di questa serie di strutture residenziali economiche, destinate ad una fruizione di massa, fu resa possibile dall’applicazione di uno stile architettonico razionale, essenziale, funzionalista, la cui bellezza scaturiva dalla semplicità e dalle potenzialità delle tecnologie contemporanee per ottenere i migliori risultati ai minori costi.

Il quartiere fu concepito nell'ambito dell'Ottava edizione della Triennale, che si sarebbe aperta nell’estate 1947. Fu in particolare Piero Bottoni, commissario straordinario della Triennale di Milano, che nel 1945 promosse la realizzazione di questo "Quartiere sperimentale". Il quartiere si situa nella zona nord-ovest della città, al suo interno troviamo il Monte Stella, un'altura artificiale costituita con i detriti degli edifici crollati durante il conflitto e con altro materiale proveniente dalla demolizione degli ultimi tratti dei bastioni.

Successivamente all’accumulo dei detriti è stato realizzato il Parco Montestella, con una superficie di 370000 m² tra zone boschive e prati. Il parco è realizzato su gradoni a salire, collegati da una strada panoramica che, girando attorno al monte, ne raggiunge la parte più alta. Dai punti più alti offre una bella vista della città e del suo hinterland… Solo in caso di visibilità favorevole si riesce a scorgere tutto l’Arco alpino e gli Appennini.

Il QT8 è delimitato a nord da una strada derivata dal Viale Scarampo, ad est dalla Via Serra, a sud da Via Diomede e ad ovest dalla Via Sant'Elia. Superfici: la superficie totale compresa fra le strade periferiche accennate è di 94 ha. Circa; la superficie verde del quartiere è complessivamente di 673.470 mq di cui, 375.694 mq sistemati a parco (campi di gioco per lo svago e il riposo) e 297.776 mq destinati ad orti e giardini. Ogni abitante dispone di mq 80 di verde, quando la media in Milano è di mq 3-5 a cittadino.

La realizzazione del Quartiere richiese diversi anni. Nel quadro generale delle caratteristiche costruttive, tra cui quelle relative all'unificazione modulare basate sui reticoli sovrapponibili si precisava che, fra le eccezioni previste, vi erano quelle per le costruzioni che costituiscono
una unità singola, non riproducibili in serie, come per la Chiesa ad esempio.

Quartiere è diviso in 4 nuclei di circa 4.500 abitanti ciascuno; ogni nucleo è servito da strade periferiche che hanno all’interno percorsi pedonali svincolati da qualsiasi interferenza di traffico; il nucleo è servito da un asilo e da due o tre raggruppamenti di negozi di prima necessità. Due nuclei raggruppati danno vita ad una scuola primaria. Alla saldatura dei 4 nuclei costituenti il quartiere sorge il centro che raggruppa gli edifici commerciati, del culto e dello svago a servizio dell’intero quartiere previsto per una popolazione totale di circa 18.000 abitanti.

Per la realizzazione di questo progetto si adottò lo strumento del concorso; numerosissimi furono i giovani architetti che parteciparono e molti di questi divennero successivamente famosi. Vi furono delle difficoltà nella realizzazione di un così vasto quartiere cittadino, ma i risultati positivi dell'opera sono quelli urbanistici, risultati per i quali si può affermare che in nessun quartiere di Milano esiste un "ambiente" di abitabilità come c'è nel QT8, dove il verde e il paesaggio sono composti con le case e per esse, e dove le migliaia d'alberi piantati garantiscono per il futuro un miglioramento continuo e non un peggioramento della situazione ambientale. Adiacenti ad esso si estendono l'ippodromo, le scuderie, le piste di allenamento che garantiscono una magnifica riserva di verde a sud. Il Lido a sud-est e una fascia di parco creata a nord lo isolano dai quartieri del corso Sempione.

Nel centro si raccolgono gli edifici necessari alla vita collettiva, alla vita spirituale e allo svago; la Chiesa sorge sulla grande piazza con annesso edificio raggruppante la canonica e le organizzazioni religiose. Cinema - ristorante - caffè - negozi - ufficio postale - agenzie di banca sono raggruppati nel centro che è chiuso verso ovest da un fabbricato di 22,75 m. di altezza destinato alla casa collettiva. Un albergo per la gioventù, un club per ragazzi ed un grande tennis coperto sono previsti presso il laghetto ai piedi della collina, un centro sociale INA-Casa presso il campo di gioco.

Il quartiere sperimentale della Triennale ha mantenuto una linea costante di sviluppo da quando il luogo dove doveva sorgere fu scelto. Tre sono essenzialmente i piani successivi del QT8 e corrispondono all’incirca alle epoche delle successive Triennali: 47;-51;-54.

Il 1° piano, del 1946, redatto dagli architetti, nel quale si teneva conto dell’esistenza di un grande lago costituito da una cava nella zona nord-ovest dell’area; attorno ad esso si sviluppava un grande parco di notevole ampiezza e una zona sportiva. La composizione urbanistica era essenzialmente di quattro settori residenziali confluenti in un centro ed una piazza principali e di un ritmo aperto di grandi edifici lineari, orientati con asse eliotermico, periferici rispetto la zona delle costruzioni basse immerse nel verde. In sede di realizzazione di questo progetto fu deciso di costruire nel parco verde due piccole colline.

Il 2° piano, del 1950, studiato dagli architetti P. Bottoni e E. Cerutti, porta il segno di una più densa fabbricazione di case (11 piani) richiesta dal Comune per un maggiore sfruttamento delle aree. Gli elementi lineari si susseguono con un ritmo continuo lungo la Via Scarampo chiudendo tutto il lato nord del quartiere; divengono quattro, in luogo di tre, le case alte nell'angolo sud-est del quartiere. La collina assume una più determinata configurazione; in luogo di una seconda collina è previsto un piccolo lago. La chiesa abbandona lo schema rigido per assumere quello articolato studiato dai vincitori del concorso per il centro religioso. Questo 2° progetto di P.R. del Q.T.8 è entrato a far parte del P.R. di Milano approvato nel 1953.

Il 3° piano, del 1953, studiato dall'arch. Bottoni, è il segno di un inserimento del QT8 nei più vasti problemi cittadini. Ferma restando I'impostazione generale e in particolare quella della zona sud dell’Olona, notevoli varianti sono previste nel settore a nord di essa. La grande collina
diviene, da elemento locale di completamento del quartiere, elemento integrante dell'attrezzatura verde e del panorama urbano della città. Essa costituisce il fondale della nuova grande strada, che dalle autostrade entra in città (nuova via Scarampo) e poi corre ai suoi piedi. La via Scarampo infatti, secondo il progetto studiato dall'Ufficio Tecnico Comunale, diviene una strada di spiccate caratteristiche e attrezzature di traffico veloce dividendosi in piste differenziate per traffico locale e di transito, snodandosi in raccordi di grande e piccolo raggio. Ma la collina, in sé, diviene anche elemento urbanistico residenziale perché nel nuovo progetto si è prevista su di essa una serie di ville di notevole importanza con giardini alternati a strade locali. In questo terzo progetto, a differenza dei due precedenti, avviene un capovolgimento del sistema di alcune strade locali perchè, mentre prima afferivano alle strade periferiche, e in particolare alla via Scarampo, ora affluiscono a strade che si dirigono al centro del quartiere realizzandone così una maggiore unità. Questo terzo progetto costituisce una variante al piano particolareggiato del nuovo P.R. di Milano allo studio per la zona del QT8.

Gli edifici

Al QT8 sono stati realizzati prototipi di architettura straniera (Belgio e Finlandia).
La casa Belga: che purtoppo non esiste più.
Casa Gandolfi in via Diomede 18/2 al QT8, Milano, 1954-55.
La casa è composta da un grande basamento in pietra tagliata al vivo e una soprastruttura
in cemento armato con le camere da letto. Il piano superiore è un volume autonomo trasversale rispetto al basamento ed è sostenuto da pilastri a forma di ‘V’.

È opera di un architetto tutto sommato poco conosciuto, Albert Bontridder, concepita in
diverse combinazioni e versioni, più o meno ampie a seconda della grandezza della famiglia.

Al QT8 sono stati realizzati edifici sperimentali quali:
- l'interessantissima casa Ina Casa di 11 piani col sistema a ballatoio e scala esterna, la prima del genere che sia sorta a Milano e in Italia,
- nonché il primo campo di gioco per ragazzi di Milano.

Tra il 1946 e 1947 si realizzarono le prime case per ospitare chi era rimasto senza tetto: undici modelli diversi di case progettate, con concorso nazionale, da esimi architetti di tutta Italia sotto
la direzione di Piero Bottoni. Questi modelli furono variamente utilizzati nella ricostruzione italiana.

Al QT8 fu realizzato nel 1948 un programma di sperimentazioni di prefabbricazione e
montaggio in cantiere di case a 4 piani. Sono queste le uniche sperimentazioni ufficiali fatte in Italia dal Ministero del Lavori Pubblici, assieme a quelle più limitate fatte a Napoli, che furono del resto una diretta conseguenza di quelle di Milano.

Gio PONTI, durante l'iter della legge di istituzione dell'INA-Casa, criticherà il piano e
la sua ARCHITETTURA giudicata troppo uniforme e scontata, ma la maggioranza dei
migliori architetti dell'epoca parteciperà ai progetti: da Carlo Aymonino a Franco Albini; dai BBPR ai Castiglioni; da Ignazio Gardella a Daneri, a Fagini o Sottsass ….

Fu pure coinvolta una moltitudine variegata di professionisti che comprendeva, oltre
agli architetti, urbanisti, ingegneri, che parteciparono alla realizzazione dei molti quartieri popolari, con i più svariati nomi, disseminati in tutto il territorio nazionale.

Una singolare caratteristica del progetto fu quella di far apporre, su tutti gli edifici realizzati, una targa in ceramica policroma, alcune delle quali realizzate da grandi artisti (quali Burri, Duilio Cambellotti, Cascella, Dorazio…), che alludesse o al tema del progetto o, più in generale, al tema della casa come luogo felice. L'applicazione delle targhe sugli immobili, per le quali erano stabilite le misure, i prezzi massimi e la posizione, era una delle condizioni per il rilascio del certificato di collaudo.

CHIESA intitolata a S.Maria Nascente 1947 – 1955
Via Angelo Salmoiraghi, 2 .
Vico Magistretti e Mario Tedeschi.
Sempre al QT8 nel 1948 Magistretti aveva progettato, insieme a Mario Chessa e Mario Tedeschi,
la casa per reduci. Anche la chiesa del quartiere, a pianta circolare, fu realizzata sulla base di un
progetto vincitore di un concorso.

A pianta circolare con corpi eccentrici, a struttura portante su pilastri di calcestruzzo armato su fondazione a plinti, murature d'ambito e partiture interne in mattoni, copertura a tetto a sezione tronco conica. Descrizione: all'uscita della linea metropolitana rossa del QT8 si scorge all'istante la particolare sagoma della chiesa di Santa Maria Nascente, uno degli edifici più importanti e dall'architettura significativa dell'intero quartiere posto a nord ovest della città.

L'impianto generale del progetto è alquanto innovativo se si rapporta all'iconografia tradizionale dei luoghi di culto; riassumendo, si tratta di un edificio con pianta a cerchi concentrici su asse sfalsato, attraverso i quali si originano il portico a perimetro, l'aula, l'altare, il matroneo, il pulpito ed il battistero.

La forma e la dimensione del lotto hanno suggerito una organizzazione planimetrica particolare, in grado di valorizzare l'area a disposizione e i fabbricati costruiti. La chiesa è orientata, secondo la tradizione liturgica, con l'altare ad est; il sagrato si apre davanti al prospetto principale, rivolto al centro del quartiere. La pianta circolare determina un volume cilindrico, concluso da una copertura conica. Un portico circonda per intero l'aula centrale, all'interno della quale, al livello superiore, è organizzato il matroneo, dove trovano posto l'organo e la cantoria.

La necessità di superare qualsiasi distorsione acustica, anche conseguente alla forma circolare dell'aula, ha ispirato la quinta curvilinea di mattoni forati che si sviluppa al bordo. Una membrana che ricopre e protegge l'intonaco assorbente che riveste l'interno dell'aula, funzionando come una "trappola dei suoni".

Le informazioni ed i commenti sono stati assai di più e la mia ricostruzione ha potuto essere così dettagliata grazie al fatto che la professoressa mi ha gentilmente offerto i suoi appunti che mi sono stati preziosi per ricomporre in modo organico i miei che erano molto meno ordinati.

L’argomento, come sempre quando si parla della nostra città, ha suscitato un certo dibattito e una serie di domande da parte dei soci. Un riconoscimento particolare è andato da parte di tutti all’amico Federico Borelli che, in vista della conviviale, ha voluto fare il turista visitando in anticipo il quartiere facendo anche il cronista all’americana intervistando i residenti del quartiere!


A cura di Aldo Bottini

giovedì 1 marzo 2012

Incontro con il Presidente


Il Presidente, Roberto Vardanega, ha aperto l'incontro del 1 marzo 2012 ricordando l’importanza dei progetti come elemento fondamentale per giustificare l’esistenza stessa del Club e ha illustrato ai Soci la situazione delle varie iniziative in corso proprie del Nord Ovest per le quali si è già stanziato un contributo finanziario: 2 borse di studio A. Spirito – U. Bonapace; Special Olympics; CAM; Contributo RYLA; Accantonamento per “Progetto Milano”; Contributi per i progetti Governatore. A queste si affiancano naturalmente le iniziative distrettuali cui il Club versa i propri contributi, quali la Fondazione Rotary, la Polio Plus e il contributo al Rotary International.

Il Presidente ha poi illustrato la situazione dei nuovi progetti impostati nel corrente anno. Innanzitutto il progetto Ambulatorio dei Guariti, presso l’Ospedale S. Gerardo di Monza, di cui evidenzia la cifra finora raccolta con i più vari contributi; ringrazia tutti coloro che hanno contribuito finanziariamente all’iniziativa, in particolare gli amici tedeschi. Approfittando della gradita presenza alla conviviale del nostro Socio onorario Immo Bennewitz, il Presidente coglie l’occasione per ringraziarlo direttamente per il suo contributo personale che si aggiunge a quello di Martin Schmitt e al Club di Norimberga.

Importante è stato anche l’ottenimento di un contributo da parte del Distretto, sotto forma di sovvenzione distrettuale semplificata (SDS) che evidenzia ancora una volta come il Distretto possa contribuire ai progetti “restituendo” in un certo senso al Club, a fronte di un progetto di servizio opportunamente definito, una parte dei contributi da quest’ultimo versati.

Per quanto riguarda il progetto per la celebrazione dei 45 anni di attività del Club, stabilita per il 21 Giugno in occasione del passaggio delle consegne, il Presidente ribadisce l’intenzione del Club di contribuire al progetto di digitalizzazione di un opera presso la Pinacoteca Ambrosiana: si tratta di un manoscritto di cui esistono solo pochissime copie al mondo, il “Libro degli animali” di un autore arabo del nono secolo A.C.

Nella serata del passaggio, in un locale ancora in corso di individuazione, è prevista la presenza, oltre che del Dott. Jankovic, anche del Monsignore dell’Ambrosiana responsabile del progetto di digitalizzazione che ne illustrerà le caratteristiche e le fasi salienti.

Per quanto riguarda i progetti distrettuali, il Presidente evidenzia inoltre che il Distretto è deciso a impegnarsi nel progetto Acqua Plus, cui il presidente del Nord Ovest ha finora scelto di non contribuire, a favore dell’isola di Haiti, mentre nell’ambito dei progetti del Gruppo 1 sembra particolarmente significativo il progetto, al momento in fase di definizione, per la vaccinazione di numerose bambine del Comune di Milano contro il papilloma virus.

Il Presidente evidenzia, infine, anche l’esistenza del sito internet del Nord Ovest, per una maggiore visibilità delle attività del Club, realizzato a somiglianza di quello distrettuale, dal socio Stefano Riela, cui va il Suo ringraziamento.