mercoledì 13 marzo 2013

Incontro di Giovedì 7 Marzo 2013 con il nostro socio Luigi Mariani : "A cosa serve la Storia? Spunti di riflessione dalla storia dell'Agricoltura"

Il nostro socio professor Luigi Mariani, docente di Agronomia e Agrometereologia presso la Facoltà di Agraria di Milano ci ha guidati attraverso i secoli con la Sua consueta chiarezza e competenza affrontando le tematiche relative all'agricoltura ed all'alimentazione e fornendoci molti spunti di riflessione sull'importanza e sul senso della Storia.
Riportiamo qui la sintesi dell'intervento e segnaliamo che le slides proposte sono a disposizione, presso la segreteria, per tutti coloro che fossero interessati a ricevere.

 Nel corso della relazione  si è analizzata per sommi capi l’evoluzione dell’agricoltura dalle origini ad oggi, evidenziando le grandi transizioni che hanno portato dalla tecnologia delle origini, basata su pochi e rudimentali strumenti (il fuoco per disboscare, la zappetta neolitica per lavorare il terreno ed il falcetto a lame di ossidiana per raccogliere) alle complesse tecnologie attuali da cui dipende la sicurezza alimentare dei 7 miliardi di abitanti del pianeta, per il 50% inurbati e dunque non più a contatto con il mondo rurale. 
Si sono così passati in rapidissima rassegna la colonizzazione dell’Europa da parte della nuova tecnologia agricola (da 8000  a  5000 anni BP[1]),  la rivoluzione legata alla  prima introduzione dell’aratro  (Mesopotamia,  circa 6000 anni BP), le innovazioni proprie dell’epoca etrusca e romana (uso del ferro, bonifiche, messa a coltura dei difficili terreni argillosi appenninici), le innovazioni medioevali (diffusione dell’aratro asimmetrico rivoltatore, alla base del boom demografico europeo nella transizione da alto a basso medioevo) e i grandi cambiamenti propri del rinascimento, con l’agronomo Camillo Tarello che riflette sul concetto  di rotazione introducendo le leguminose foraggere per incrementare la fertilità e con l’introduzione di colture esotiche dall’oriente (riso) e dal nuovo mondo (mais, pomodoro, peperone, fagioli, ecc.).
Si è parlato poi delle innovazioni introdotte nel 700 e nell’800, in primis la formulazione delle leggi scientifiche della nutrizione dei vegetali (De Saussure per la nutrizione carbonica, Liebig per la nutrizione con  gli altri elementi chimici quali potassio, fosforo e azoto). All’applicazione di tali leggi oltre che alle imponenti innovazioni genetiche (nuove varietà più produttive e di qualità assai più pregevole) e delle tecniche colturali (diserbi, trattamenti, tecniche si lavorazione del suolo, tecniche di raccolta, trasformazione e conservazione delle derrate) si deve il fatto che nel 20° secolo la produzione agricola mondiale sia sestuplicata consentendo di alimentare una popolazione mondiale aumentata di 4 volte nel periodo stesso.
Occorre rilevare che il relatore ha sviluppato il proprio discorso utilizzando le “lenti” offerte dalle collezioni del Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura di Sant’Angelo Lodigiano, che per la sua peculiare struttura (frutto delle idee innovative dei fondatori, professori Elio Baldacci, Giuseppe Frediani e Gaetano Forni)  consente oggi una  lettura in chiave storica dell’evoluzione del settore agricolo.
Alla fine di questa carrellata il relatore è giunto a formulare la seguente domanda: a cosa serve la storia, questa storia? In alti termini, cosa dice oggi un storia lunga oltre  10.000 anni a noi cittadini del 3° millennio, sempre più incistati nelle nostre città, pieni di timori per il cibo che uccide, per l'inquinamento, per catastrofi a volte reali, più spesso solo immaginate?
Il relatore è convinto che questa storia sia latrice di un messaggio essenziale: non bisogna lasciarsi vincere dalla sfiducia nel futuro o dalla nostalgia per i buoni cibi di una volta, per gli antichi saperi, in sintesi per i miti dell'età dell'oro.
Il messaggio che viene dalle fatiche e dalle soddisfazioni dei nostri progenitori è un messaggio di fiducia nel futuro, nella tecnologia e nell'innovazione. Si tratta di valori che devono a ogni costo essere trasferiti anche alle nuove generazioni le quali non devono cadere vittime di visioni cupe e senza speranza.
Inoltre, così come nessuno si azzarderebbe oggi a proporre di costruire le automobili o le abitazioni come le si faceva all’inizio del ‘900, non si capisce perché dobbiamo essere oggi afflitti da una pletora di persone impegnate a spiegarci che il cibo dovrebbe essere prodotte con tecniche proprie dell’agricoltura medioevale (il biologico) o con tecniche a base magica e già furono contestate dagli agronomi latini (il biodinamico).
Venendo poi agli insegnamenti più specifici che vengono dalla conoscenza della storia dell'agricoltura, il relatore ha provato a sintetizzarli in un elenco di domande con relative risposte (di estrema sintesi, da sviluppare ognuna in modo molto più analitico), raccogliendole nelle sottostante tabella.

Tabella - Domande che ci poniamo e risposte che ci vengono dalla storia dell’agricoltura.

Domanda
Riposta a base storica
Naturale buono / artificiale cattivo?
Le tossine del fungo parassita dei cereali “segale cornuta” (na-turale) - hanno causato in passato milioni di morti per ergotismo. La concia delle sementi con fungicidi (artificiale) ha permesso di evitare altri morti. Il paesaggio italiano è in grandissima parte opera della sapiente azione dell’uomo. L’ape, insetto simbolo di “naturalità” è un animale domestico da 5000 anni.
Sicurezza alimentare: come garantirla?
Con l’innovazione nella genetica e nelle agrotecniche
Le fasi climatiche calde sono positive o negative?
Basta rammentare che i primi studiosi che le hanno analizzate le hanno chiamate “optimum” e non “pessimum”
Organismi geneticamente modificati: sono un male?
Mangiamo cibo OGM da almeno 6000 anni (il grano duro ed il grano tenero hanno 28 e 42 cromosomi contro i 14 dei frumenti spontanei e presentano  una moltitudine di geni mutuati da specie del genere Egilops).
Rapporto con il bosco. E’ vero che il bosco scompare?
In Italia dal 1910 al 2000 il bosco è passato da 4.5 a 7 milioni di ettari. Da tutelare oggi non è il bosco ma il terreno agricolo! Il bosco va gestito in modo razionale con tagli periodici e idonei interventi (fitosanitari, ecc.).
Se riuscissimo a riportare i livelli di CO2 a quelli dell’epoca pre-industriale sarebbero tutte rose e fiori?
La produzione agricola globale calerebbe del 20-40%.
Ruolo attuale e futuro della zootecnica
La zootecnia è fonte di proteine nobili e consente di mettere in valore 3.2 miliardi di ettari di pascoli. La zootecnia intensiva è alla base di alcune fra le punte di diamante del made in Italy (formaggio grana, prosciutto crudo).
Sostenibilità
E’ un concetto relativo. Nel paleolitico la vita in Gran Bretagna era sostenibile solo per poche migliaia di abitanti che vivevano in condizioni disastrose (cannibalismo, vita media brevissima, ecc.). Oggi la vita in Gran Bretagna è sostenibile per 60 milioni di persone in condizioni assai più umane.


Lucio Moderato Columella (4-70 d.C.), Il più grande georgico latino, introduce la sua maggiore opera (il De re rustica, in XII libri) con questa frase su cui è necessario meditare: “Io odo spesso gli uomini principali di Roma lagnarsi, chi della sterilità dei campi, chi dell'intemperie dell'aria, nociva alle biade da lungo tempo in qua; e finalmente alcuni di loro, volendo addolcire le querele con qualche ragione, si spingono a dire che il terreno per l'abbondanza dei passati secoli affaticato e spossato, non possa oggidì somministrare agli uomini gli alimenti con la cortesia de' primi tempi. Quanto a me, Publio Silvino, tengo tutte queste ragioni per lontanissime dalla verità.”.
Di quanto fossero lontane dalla verità le opinioni comuni del suo tempo, Columella lo dimostra spiegando nei suoi 12 libri di come si possa incrementare le produzioni agrarie tutelando la fertilità. Ci si augura che lo spirito di Columella sia ancora presente fra noi ed orienti in modo positivo chi sta progettando Expo 2015.

Il consueto tocco della campana ha posto fine all'interessantissimo incontro.

                                                                                             
                                                                                              A cura di Massimo Audisio


[1] BP=Before Present (prima di oggi)