Se religione significa: condivisione; capacità di ascolto; interesse nell’altro; modestia; studio ed approfondimento; credo che Don Alberti ce ne abbia dato un magnifico saggio nella serata del 23 febbraio 2012.
Il tema trattato “Religioni a Milano con particolare attenzione ai Musulmani” è a dir poco scottante ma è stato affrontato con estrema serenità dall’oratore che ha raccontato, in un condensato molto ristretto, 25 anni di esperienze trascorse in una attività di affiancamento ed integrazione di molti “nuovi” cittadini della nostra comunità. Don Alberti ha descritto questo lavoro interreligioso di ricerca condotto, all’inizio secondo schemi anche molto approssimativi in quanto non si erano dotati di metodi sperimentati, attraverso l’incontro con persone che provenivano da altre culture e professavano altre religioni.
E’ chiaro a tutti che il processo di integrazione, soprattutto a livello religioso, ci vede tutti coinvolti, non si tratta di una questione privata che riguarda pochi singoli. Dal 1970 in poi in tutta Europa ed anche in Italia sono arrivate centinaia di migliaia di persone (ormai molti milioni) che hanno inciso molto sulla nostra cultura.
Con queste persone sono arrivate le loro religioni e le loro abitudini culturali; Islam, Buddismo, Induismo, sono solo pochi esempi delle tante religioni che si sono radicate nel nostro paese, alcune vengono praticate anche da ex cristiani che, non trovando nella nostra religione la profondità attesa, si sono rivolti ad altri credo. A Milano solamente si contano tra 10 e 12.000 Buddisti.
Storicamente, afferma Don Alberti, negli anni ’90 inizia una forma di organizzazione
strutturata di questi movimenti religiosi. In questi anni la diocesi di Milano era guidata dal Cardinal Martini il quale (come ricorda Don Alberti) usava dire: “ noi e l’islam, questa strana provvidenza che ci interpella!”, indubbiamente un’affermazione che fa molto meditare anche in considerazione delle scelte che il Cardinale ha fatto al termine del suo mandato. Da quel tempo è incominciata un’attività di osservazione, di monitoraggio oltre che di avvicinamento e di scambio. E’ stato possibile verificare che esistono molti gruppi diversi di Musulmani ed i diversi gruppi si concentrano in centri diversi.
E’ emerso che c’è molta poca conoscenza reciproca, sia tra i diversi gruppi, sia tra gli
Islamici ed il nostro popolo. E’ difficile stimolare momenti di riflessione comune sia ad alto livello culturale sia livello culturale più modesto. Occorrerebbe avere maggiore fiducia gli uni negli altri e cercare di percorre la lunga e tortuosa strada che porta dalla multietnicità alla iteretnicità.
Lo scetticismo non è solo da una delle parti; il Popolo Musulmano ha molti problemi perché teme di perdere la propria identità e quindi si chiude nel proprio sistema e nel proprio integralismo usandolo come corazza più che come credo. Nonostante tutte queste problematicità e complessità lo sguardo di Don Alberti e verso il futuro:
“dobbiamo cercare di incontrarci ed avere scambi sui concetti profondi della vita”
“le Religioni hanno in comune l’amore verso Dio e verso il Prossimo”.
Su questi principi si può incominciare a costruire un sistema di convivenza migliore. Prima del tocco della campana non sono mancati interventi che hanno scaldato la platea come in un derby. Fortunatamente le argomentazioni e le maniere erano di tutt’altro profilo.
“le Religioni hanno in comune l’amore verso Dio e verso il Prossimo”.
Su questi principi si può incominciare a costruire un sistema di convivenza migliore. Prima del tocco della campana non sono mancati interventi che hanno scaldato la platea come in un derby. Fortunatamente le argomentazioni e le maniere erano di tutt’altro profilo.
A cura di Aldo Bottini