giovedì 12 gennaio 2012

Incontro con Luigi Mariani "La parabola evangelica del seminatore: spunti di riflessione sulla produttivita’ dell’agricoltura antica e moderna"


Attraverso alcune citazioni dei Vangeli il socio Luigi Mariani ci ha portato a ragionare di concreti e contemporanee problematiche dell’agricoltura durante l'incontro del 12 gennaio 2012.

I Vangeli sono portatori di un sapere pratico. Luca 12 …quando voi vedete una nuvola alzarsi da ponente subito dite : ”viene la pioggia”, e così avviene; …… quando invece soffia lo scirocco dite : ”sarà caldo”, e così avviene.

I Vangeli presentano anche innumerevoli riferimenti alle colture della vite e dell’olivo e poi alla pastorizia ed alla pesca. Riferimenti che possono essere intesi a livello simbolico ed a livello concreto. Si può affermare che i Vangeli rappresentano uno stretto collegamento con il sapere
pratico dei popoli di quel tempo. Al tempo di Gesù il grano era coltivato dall’Irlanda alla Cina ed era di gran lunga la specie coltivata più importante per l’alimentazione umana. La parabola è una similitudine e l’uomo viene paragonato al frumento e come il frumento presenta grandi potenzialità (grande plasticità, grande capacità di adattarsi all’ambiente) che però non sempre si concretizza.

Per comprendere le ragioni della flessibilità produttiva del frumento occorre avvicinarsi alla sua morfologia e cogliere la peculiarità dei cereali a semina autunnale (frumento, orzo, avena, segale) che è la capacità di accestimento.
La nostra agricoltura nasce tra Israele, la Giordania, il Libano, la Turchia e l’area lungo il Tigri e l’Eufrate. Questo è stato dimostrabile dall’analisi e datazione di semi particolari rilevati in determinate aree. L’agricoltura nasce con l’avvento della domesticazione degli animali e delle piante che viene inventata dai popoli dediti alla caccia ed alla raccolta. Il contesto ambientale è ovviamente ricco di acqua e di vegetazione. La tecnologia, della tarda età della pietra, permette una produttività assai modesta che viene decisamente aumentata dall’invenzione dell’aratro.

Da questa prima analisi storica, Mariani, ha poi ampiamente spaziato sul contestuale e sulle proiezioni future quando la popolazione terrestre, in un lasso di tempo non così ampio, arriverà ai 10 miliardi di anime. Non sono mancate acute analisi di temi spinosi quali la biogenetica che, quando correttamente interpretata ed eticamente impiegata, rappresenta una risorsa straordinaria per garantire una sopravvivenza più dignitosa ad un maggior numero di popolazioni in un territorio più esteso.

Non è facile riassumere le molte informazioni ricevute e soprattutto trasmettere l’approccio
appassionato di Luigi Mariani nella sua esposizione, un aspetto vorrei però sottolinearlo ed è che, una volta tanto, su questo argomento, non abbiamo sentito il solito catastrofismo. Questo non vuol dire affatto che i drammi non esistono perché sono sotto gli occhi di tutti ed il Rotary esiste anche per tentare di cercare di risolverne una parte; ma l’approccio possibilista è quello che noi rotariani preferiamo.
La brillante esposizione del nostro relatore riscuote un notevole successo avvalorato da molteplici interventi da parte dei soci. Il consueto tocco della campana conclude questa piacevolissima ed interessante conviviale.
(A cura di Aldo Bottini)